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Alfabeti

Mentre il nostro alfabeto è composto da lettere (A, B, C, ecc.) che sono segni grafici che rappresentano un suono, in Giappone le lettere vengono sostituite dai kanji, gli ideogrammi; simboli grafici che non rappresentano un suono ma raffigurano una cosa o un’idea.
Storicamente, ogni kanji è stato disegnato per esprimere una singola idea nella lingua cinese. Per poter utilizzare questi ideogrammi con la lingua giapponese fu necessario adattarli e creare dei caratteri supplementari. Infatti, la prima fase di adattamento fu rappresentata dall’esigenza di adottare nella lingua giapponese solo caratteri che avessero un suono più o meno uguale alle parole della Yamatokotoba (antica lingua giapponese).
Questo nuovo alfabeto fu chiamato Man’yogana. I giapponesi utilizzarono il Man’yogana per scrivere il loro linguaggio senza fare riferimento al significato originale, ma solo su una base fonetica. Successivamente, per facilitare la scrittura di questo alfabeto che altro non era se non una revisione dell’alfabeto cinese adattato alle esigenze linguistiche e culturali giapponesi, furono introdotti altri due alfabeti hiragana e katakana. E così il giapponese moderno è una combinazione di kanji, hiragana e katakana.

La scrittura giapponese è quindi composta da due tipi di segni grafici, gli ideogrammi e i kana.

  • L'ideogramma (KANJI in giapponese) è un simbolo che rappresenta l'idea dell'oggetto a cui si riferisce;
  • I kana sono invece dei segni grafici più simili alle nostre lettere, o meglio alla nostre sillabe e si dividono in hiragana e katakana
    • Lo hiragana serve per scrivere elementi grammaticali e può essere usato in sostituzione degli ideogrammi;
    • Il katakana invece serve per scrivere parole straniere ed è proprio questo che devi usare per scrivere, per esempio, il tuo nome in giapponese

 

Il numero totale dei kanji è impressionante, più di 50.000, ma per legge e comprendere un libro, un giornale o solamente le indicazioni stradali se ne devono conoscere circa 5.000. Per noi stranieri è molto difficile quindi riuscire a imparare la scrittura giapponese, tenete anche presente che non è facile mettere in un dizionario i termini... non si possono scrivere "in ordine alfabetico"!
Al contrario i fonemi sono meno di cento, perchè meno di cento sono i suoni della lingua giapponese. Una diretta conseguenza della differenza tra ideogramma e fonema sta nel fatto che più ideogrammi possono avere la stessa lettura, ma significare cose diverse, mentre un fonema ha sempre e solo una lettura in quanto è individuato in base al suono che si vuole scrivere e non all'idea che si vuole rappresentare. Un fonema da solo non rappresenta necessariamente nessun oggetto, ma solo un suono, mentre un ideogramma rappresenta sempre un oggetto, anche se vedremo che spesso un ideogramma da solo pur avendo un significato, si usa collegato ad altri ideogrammi, anche se da solo ha un significato di senso compiuto.

Oltre a scrittura ideografica e fonetica, esiste un terzo modo per scrivere il giapponese. Questo terzo sistema è stato creato da un occidentale per poter traslitterare le parole giapponesi in alfabeto occidentale. Il sistema è noto col nome di Hepburn e permette di scrivere le parole giapponesi con le nostre lettere. Senza questo sistema, studiare il giapponese sarebbe molto complicato perchè bisognerebbe imparare ideogrammi e sillabari per imparare poi la grammatica, mentre con questo sistema si può scrivere qualsiasi frase in alfabeto occidentale. Il sistema è anche detto romaji. Quindi quando si parlerà di scrivere in romaji intenderemo scrivere in caratteri occidentali o meglio traslitterare in caratteri occidentali. Quando io scrivo la parola Hiroshima, scrivo in Romaji, adottando il sistema Hepburn.

Riepilogando, una parola giapponese si può scrivere in tre modi: in romaji, usando i caratteri occidentali, in hiragana o katakana, (le differenze di usi le vedremo più avanti) usando i fonemi, in kanji, usando gli ideogrammi. Alcune particelle andranno scritte sempre e comunque in hiragana e altre sempre e comunque in katakana, per cui la connotazione di mista che ha la scrittura non si basa su conoscenza o meno degli ideogrammi, ma è una peculiarità che rimane anche sapendo tutti gli ideogrammi.

 

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inserita il: 18/12/2006