Nel XVI secolo visse un maestro del tè, che all'età di 50 anni veniva acclamato da tutti come uno dei più grandi maestri dell'arte: il suo nome era Sen No Rikyu. Era un protetto dal più potente signore feudale del Giappone di quei tempi, Toyotomi Hideyoshi, che egli accompagnava nelle sue campagne militari. Rikyu era un uomo dai gusti semplici ma molto raffinati, al contrario del suo signore che amava lo sfoggio e la ricchezza, utilizzando perfino tazze ed utensili, per il té forgiate in oro. Seguendolo ovunque, Rikyu era a conoscenza di molti segreti politici, perché decisioni importanti o piani strategici venivano discussi sotto forma di cerimonia del tè. Verosimilmente per ragioni politiche, ma apparentemente a causa di un banale disaccordo, Hideyoshi ordinò a Rikyu di uccidersi secondo il suicidio rituale all'età di 70 anni. La morte del più grande maestro di tè lasciò dietro di sé una grande tradizione, ancora oggi fiorente, con molti seguaci in tutto il mondo.
La cerimonia del tè, si svolge tipicamente in una piccola stanza, sufficiente solo ad ospitare circa sei persone.
Mentre attualmente l'etichetta si é andata formalizzando in modo assai complesso, l'antica cerimonia era basata originariamente su principi molto semplici: un senso molto raffinato di naturale bellezza deve apparire in ogni dettaglio, dalle maniere degli ospiti, dalle tazze, agli utensili per preparare il tè. Quest'ultimo è una bevanda piuttosto densa e leggermente amara, preparata con foglie giovani ridotte in polvere, e viene servito assieme a tipici dolci tradizionali giapponesi. Nel Giappone moderno, sono soprattutto le donne a praticare tale cerimonia; per molte di esse rappresenta una specie di training per affinare l'etichetta prima del matrimonio. Purtroppo la cerimonia del tè oggi ha perso molto del suo significato più profondo, e viene rifiutata per la sua apparente superficialità e pedanteria. Bisogna sottolineare però, come nel giappone feudale essa era in genere praticata da soli uomini, e per di più appartenenti alla casta dei guerrieri, per calmare la mente prima di affrontare una battaglia o prima di prendere una decisione importante. Pare che la cerimonia risulti molto difficile a causa delle innumerevoli regole d'etichetta, e della complessa serie di fasi che richiedono una grossa concentrazione e movimenti aggraziati; quello che però non si acquisisce solo o necessariamente con la pratica é lo stato di quiete e d'armonia di cui la cerimonia diventa espressione. Questo stato d'animo generale, non é che la risultante dell'interiorizzazione principi molto semplici di cui si accennava prima: vivere con intensità il momento presente; esprimere l'intero universo in una piccola stanza silenziosa; espandere la mente nella vita quotidiana; vivere con forza tranquilla. Una volta fu chiesto a Rikyu da uno dei suoi discepoli quali fossero le cose più importanti da tenere a mente in una cerimonia per il tè. Rikyu gli elencò sette principi, in apparenza così ovvi che l'allievo disse di saper già fare tutte quelle cose. Il Maestro affermò che se il suo allievo fosse stato in grado di condurre una cerimonia del tè rispettando tutti quei principi, egli stesso sarebbe diventato suo allievo. La morale, è che vi sono molte cose che conosciamo o capiamo in teoria ma che non sappiamo eseguire in pratica; vi sono molte cose che pensiamo di capire, ma che non abbiamo assimilato a tal punto da diventare parte di noi stessi, una nostra seconda natura.