Creato attorno al 1600, epoca in cui gli inglesi iniziarono la loro opera di colonizzazione nel continente americano, il teatro kabuki si lascia alle spalle una storia ed una tradizione paragonabile in termini di tempo a quella degli Stati Uniti d'America. Questa forma di arte rappresentativa, venne ideata e realizzata nelle vicinanze di un tempio; le sue prime rappresentazioni sulle rive asciutte del fiume che bagnava l'antica capitale del Giappone, Kyoto, risultarono così senzazionali, che il numero delle rappresentazioni ebbe una crescita quasi esponenziale e come conseguenza si ebbe un proliferare di nuove compagnie teatrali.
Il kabuki antico, era differente da quello a cui si può assistere oggi; esso includeva nella sua struttura un vasto repertorio di danze eseguite principalmente da donne. La maggior parte di queste danzatrici erano, al di fuori del palcoscenico, delle prostitute, la cui dubbia etica indusse il governo ad emanare provvedimenti di restrizione in merito alla loro partecipazione nella messa in scena di opere teatrali, che si tradussero in un divieto assoluto pur di salvaguardare la pubblica moralità. Queste limitazioni si riconoscevano nel principio estetiche morale secondo cui l'abilità dovesse prevalere sulla bellezza, in modo da fare risaltare la tensione interpretativa nel dramma rappresentato e nella danza ad esso associato; da questi presupposti, il teatro kabuki divenne una forma di arte drammatica. Un ulteriore ricerca di una sempre più raffinata forma d'arte fù l'introduzione di una parte molto specialistica all'interno dei ruoli che gli attori assumevano nelle rappresentazioni teatrali: un attore maschile interpretava una parte prettamente femminile. Questo tipo di nuova figura all'interno della struttura del dramma diede origine a quella che viene definita l'arte dell'onnagata.
La fine del XVIIº secolo, conosciuto come periodo Genroku, segna l'inizio di una globale rinascita per la cultura giapponese, attraverso l'apice del fulgore di tutta una serie di artisti che come vedremo in seguito appartenevano sia alle classi aristocratiche sia alle classi comuni. Questo fù anche il periodo in cui la maggior parte delle tradizioni e delle stilizzazioni del teatro kabuki, incluso l'arte dell'onnagata, assunsero la loro definitiva consacrazione ed importanza. La principale forma di intrattenimento culturale per i cittadini appartenenti alle classi meno abbienti, era proprio lo studio nella ricerca di nuovi soggetti o drammi da rappresentare attraverso il teatro kabuki, nonchè la ricerca di nuove stilizzazioni della musica e della danza, elementi fondamentali dell'intelaiatura dell'opera teatrale.
Fù sempre nel periodo Genroku che iniziarono ad instaurarsi i primi rapporti tra il teatro kabuki ed il teatro delle marionette (il Bunraku). L'inizio del XVIIIº secolo rappresentò il momento di più alta espressione e raffinatezza teatrale che si rivelò anche attraverso la nascita di una moltitudine di esperti nel teatro bunraku, tanto da provocare un momentaneo declino in termini di popolarità del teatro kabuki. Per risollevarne le sorte gli attori del kabuki ebbero la geniale intuizione di portare sui loro palcoscenici i movimenti stilizzati caratteristici delle marionette.
La fine del XVIIIº secolo coincide con il trasferimento dei centri culturali da Kyoto e Osaka verso Edo, e contemporaneamente si assiste alla nascita una nuova tendenza teatrale che si muove sulle prospettive di un più completo e rappresentato realismo. Questa nuova tendenza vide anche il cambiamento nell'interpretazione del ruolo onnagata; mentre a Kyoto veniva rappresentato in modo tale in cui la gentilezza e l'armonia erano le caratteristiche peculiari e rispecchiavano le caratteristiche proprie della città, a Edo, veniva interpretato in maniera forte ed orgogliosa, proprio della personalità cittadina che era pur sempre una città in cui la presenza militare era fortissima.
Questa continua evoluzione che si protrasse fino ai primi anni del XIXº secolo, si identificava anche nelle aspettative del pubblico, che voleva rappresentati i suoi sentimenti sotto forma di storie o drammi impersonati da spiriti dei morti, oppure dove la esaltazione e la beatificazione della morte era la caratteristica fondamentale delle rappresentazioni. Come tutta la società giapponese, anche le compagnie teatrali erano strutturate in forma gerarchica, i cui principi stabilivano sia il ruolo degli attori, e quali personaggi dovevano essere rappresentato mensilmente durante le rappresentazioni.
L'attore capo riceveva il ruolo maschile principale, mentre il ruolo femminile veniva affidato al più rappresentativo degli attori onnagata. Il trasferimento dei centri culturali da Kyoto e Osaka verso Edo si espresse anche attraverso due diverse concezione di rappresentare il ruolo maschile, che coincisero con la nascita di due stili diversi del teatro kabuki.
In Edo fù creato lo stile duro o Aragoto, che si caratterizzava per la rappresentazione di drammi o storie in cui si rappresentavano personaggi di forza sovranaturale. Gli attori venivano aiutati da una particolare forma di trucco, di movenze e pose studiate, e da una particolare intensità dello sguardo che divenne una caratteristica peculiare dello stile aragoto. Nel complesso le rappresentazioni di questo stile, davano un profondo senso di giustizia e di lotta nei confronti dei forti personaggi malvagi anche a prezzo di sacrifici supremi. In questa chiave, l'aragoto era visto come una ribellione e dava il senso di animosità che il cittadino comune provava nei confronti della classe dei samurai.
L'altra forma di rappresentazione del teatro kabuki fù creata nel Kansai, dove fù ideato uno stile morbido o Wagoto. Questo stile si rivolgeva ad un pubblico più "colto e raffinato" rappresentato pricipalmente da ricchi mercanti. Non a caso i soggetti rappresentati dal wagoto erano figli di mercanti, innnamorati di cortigiane. Per corteggiare le loro dame, essi spendevano grosse somme di denaro, motivo per cui venivano ripudiati dalle loro famiglie ed erano obbligati ad indossare kimoni di carta in segno di rifiuto. Malgrado la loro condizione di diseredati, essi non perdevano mai la loro concezione di vita basata sul lusso, dando in questo modo al loro ruolo un tocco di comicità. Fu proprio in questo periodo, che l'arte dell'onagata venne perfezionata.
Fin dalle sue origini il teatro kabuki aveva nelle sue rappresentazioni fondamentalmente ruoli di eroi maschili, mentre i ruoli femminili erano relegati in secondo piano e comunque avevano una funzione si supporto. Fù grazie all'abilità gestuale ed interpretativa di un attore, che fù riconosciuto in seguito come Maestro dell'onnagata, che tale consuetudine vene radicalmente cambiata, consentendo al personaggio femminile di assurgere al ruolo fondamentale nelle rappresentazioni teatrali.
L'apertura del Giappone verso l'Occidente, avvenuta nella seconda metà del XIXº secolo, influenzò notevolmente la vita di tutto il paese anche nelle sue espressioni artistiche. In questo periodo di travaglio culturale, il teatro kabuki si trovò di fronte all'importante sfida se cambiare o no le sue tradizioni in relazione al cambiamento della società. Molti attori lottarono per mantenere l'espressione teatrale come rappresentazione del potere delle classi superiori, mentre altri, in contrapposizione, lavorarono affinchè il teatro kabuki fosse l'espressione estetica e culturale del nuovo che avanzava.
Nonostante le restrizioni e le oppressioni governative, il teatro sopravvisse per tutto il periodo Edo, fino a quando la perdita di molti giovani attori durante la seconda guerra mondiale, la successiva censura delle truppe di occupazione, e l'introduzione di nuove tecnologie, misero il teatro kabuki di fronte al suo più acerrimo nemico culturale: la televisione.
Ciononostante, ancora oggi, in riconoscimento delle sue battaglie per la sopravvivenza, il teatro kabuki continua ad essere una forma artistica di intrattenimento culturale seguita da una moltitudine di persone, come lo è stato del resto durante i 400 anni della sua storia.