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"Diventate prima ciò che state impersonando e poi trovate l'abilità per imitarlo"

Gli attori professionisti del No cominciano tradizionalmente la loro formazione all'età di sette anni, e passano moltissimo tempo ad imparare le tecniche di base del Mai (danza No), dell'Utai (arte del coro No), prima di cominciare ad acquisire il vero senso dei ruoli specifici del No: il vecchio, la donna, il demone ed il giovane. Un giovane attore deve imparare a trascendere da se stesso nell'interpretare ruoli per i quali non ha nessuna esperienza specifica; tuttavia anche impersonando ruoli femminili gli attori non cambiano la loro voce, come invece accade nel teatro Kabuki; questo indica come il teatro No non cerchi il realismo a tutti i costi, ma parla al subconscio arricchendosi di simbolismi andando al di là di limiti di tempo e spazio. Una volta indossati il suo costume di scena, l'attore No rimane a lungo in una stanza apposita da solo di fronte ad uno specchio contemplando e diventando una cosa unico con il suo ruolo prima di mettersi la maschera. In tal modo è come se la maschera affiorasse dal profondo dell'attore stesso; piuttosto che essere un travestimento o un volto falso, la maschera No è una finestra che si apre sull'anima dell'attore. Se egli riuscirà a mantenere per tutta la durata della rappresentazione il coordinamento mente-corpo, la maschera amplificherà il suo spirito; al contrario se egli diverrà teso e confuso essa non sarà sufficiente a nascondere i suoi difetti.

 

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inserita il: 12/01/2007