Fra gli scritti di Zeami si trovano molte affermazioni l'insegnamento e l'esecuzione del No. Considerato ancora oggi la massima del campo per ciò che riguarda questa arte, Zeami dimostra nei sui scritti di avere una profonda comprensione del Ki. Zeami apprezzava molto ciò che egli chiamava "delicatezza nella forza". Affermare che il sentimento nel cuore è più forte di quanto appaia nel movimento, è un classico modo di suggerire che la mente deve dirigere e controllare il corpo. I cattivi attori, confondono la recitazione con la semplice esagerazione o eccitazione, cosa che sul palcoscenico ha ben poco potere di fare impressione sul pubblico. Gli attori inesperti si sforzano troppo di esprimere ciò che hanno nella mente o nel cuore. Ciò li porta ad enfatizzare le loro emozioni come se fossero qualche cosa di separato da loro.
Un proverbio giapponese dice che un falco veramente forte mostra raramente gli artigli; occorrono anni di addestramento per avere abbastanza padronanza di sè da poter limitare i movimenti senza perdere potenza. La potenza o ciò che si sente nel cuore è il Ki, ed il miglior modo di limitare i movimenti, senza nello stesso tempo limitare il Ki, è di rilassare il corpo ma non lo spirito. Anche nella recitazione No ciò si spesso concentrando l'attenzione nel basso ventre o hara. A volte ci si può concentrare anche sulle punte delle dita, mentre si rilassa completamente il resto del corpo; le mani infatti sono l'unica parte del corpo visibile allo spettatore, sotto la maschera ed il costume ingombrante. Quando si richiede un movimento dinamico, la forza delle mani dell'attore puè creare un singolare contrasto con la sensibilità e precisione necessarie alla danza.
Nel teatro No, non solo si utilizza la maschera affinchè l'attore non faccia troppo affidamento sulle sue espressioni del viso, ma molti dei gesti compiuti sono alquanto stilizzati. Si tengono ad esempio i palmi e le punte delle dita davanti al viso, ma un po' distanti da esso, per esprimere il pianto o tristezza; l'emozione affiora dal dramma stesso ed alimentata dall'attore culmina in un gesto di grande intensità. Un attore esperto con un forte Ki, riesce a commuovere profondamente il pubblico con questo semplice gesto. Il gesto deve affiorare dall'emozione, dall'attore stesso; se il gesto precede l'emozione, allora è il corpo a dirigere la mente e non viceversa, ed il risultato è semplicemente apparenza.
Il teatro No viene spesso rappresentato anche senza maschera, e l'attore protagonista tiene in mano dei semplici pezzi di materiale scenico, come ad esempio un ventaglio, un drappo di stoffa o una spada. Se proietta il suo Ki nell'oggetto, attraverso la punta della dita, questo si anima diventa come una estensione del suo corpo. Pur senza maschera il volto dell'attore è simile ad una maschera; ma questa sua immobilità apparente è molto diversa da quella di una marionetta, sembra sostenuta dall'interno per proiettare forza sufficiente a tenere sotto controllo tutto il palcoscenico. Anche i musicisti devono tenere i loro strumenti con il Ki e mostrare un uguale grado di unità tra mente e corpo. Alcuni di essi, assieme al coro, stanno seduti in posizione di seizà, spesso per tutta la durata del dramma. Il rilassamento apparente si evidenza nel suonatore del tamburo Taiko (un tamburo appoggiato di traverso sul pavimento); le sue bacchette vengono rette abbastanza scioltamente in modo da poter modulare il suono, ma nello stesso tempo ben ferme per mantenerne il controllo. Questo rilassamento so estende a tutta la parte superiore del corpo, in fatti risulta molto difficile suonare a lungo questo tipo di tamburo nella posizione di seizà, se il peso delle braccia è verso l'alto.
Risulta più difficile mantenere unità mente-corpo mentre si tiene in mano un oggetto; ad esempio le bacchette devono essere tenute con il Ki, leggermente, in modo da consentire al braccio un rilassamento completo, ma fermamente per evitare che sfuggano dalle dita. Qualsiasi oggetto so controlla meglio con il Ki che con la sola forza muscolare.