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Socializzazione e gruppo nell'età infantile

Per socializzazione si intende un processo mediante il quale il bambino si inserisce e si integra con l'ambiente sociale di cui dovrà essere una componente permanente. Il divenire socializzante, e di conseguenza socievole, risulta essere la sommatoria di un insieme di fenomeni (apprendimento e padronanza del lignaggio, interiorizzazione delle regole morali, identità sessuale, assunzione e differenziazione dei ruoli, competenza relazionale e tecnica), che svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione del carattere e della personalità del bambino; processo che si manifesta dapprima in età infantile, ma che comunque prosegue in età giovanile e perdura per tutta la vita. A conforto di ciò, si può identificare la socializzazione, schematicamente, come un succedersi di una serie di parentesi di vita concatenate predisposte dalla società:

  • allevamento: rappresenta l'insieme delle condizioni atte a favorire lo sviluppo psico-biologico, identificabili ad esempio con il comportamento materno nei confronti del neonato. E' noto infatti come il comportamento della madre influisca, a secondo del tipo di cultura e stato sociale, a dare un'impronta di base e differenziata al carattere del bambino.
  • principi educativi: riferibili all'ideologia dell'uomo all'interno della società ed ai rapporti con essa; attraverso questi principi che i genitori, più o meno inconsapevolmente modellano la condotta del bambino.
  • istruzione: intesa come trasmissione di conoscenze, quindi del patrimonio culturale della società attraverso cui si assumeranno all'interno di essa ruoli ben definiti.
  • integrazione sociale: intesa come condivisione con altri di progetti, mete, orientamenti e soddisfazione di bisogni sociali.

Ecco quindi, come l'inserimento nel sistema e nella vita sociale, attraverso le prime esperienze di gruppo anche sotto forma di attività ludico-sportiva, può essere interpretato anche come precursore dei ruoli che l'individuo bambino occuperà in età adulta.

Il gruppo nell'età infantile

Il gruppo rappresenta la la prima struttura informale socializzante che si interseca a quelle "istituzionalizzate" quali la famiglia e la scuola; per un bambino il rapporti con i coetanei non sono determinati però da un senso di bisogno collettivo, ma unicamente da bisogni e desideri sui singoli compagni, nei confronti dei quali non sono elaborati dei progetti comuni e a medio-lungo termine, ma sono vissute singole ed immediate situazioni. E' durante il periodo della fanciullezza (6-11 anni) che i giochi cominciano ad essere organizzati in maniera collettiva ed i rapporti tra coetanei tendono a strutturarsi attraverso motivazioni comuni, regole prefissate e attribuzione di ruoli definiti. L'esperienza di gruppo rappresenta per il bambino una fase di maturazione dovuta ad una serie di situazioni nuove:

  • i ruoli familiari sono integrati da una sorta di egualitarismo tra i componenti del gruppo che, essendo coetanei dividono scopi ed in interessi simili;
  • all'interno del gruppo vengono riconosciuti ruoli anche diversi per cui il bambino riconosce un leader identificabile con il bambino più capace in un gioco o in una attività;
  • l'appartenenza al gruppo è volontaria, mentre nella famiglia è "istituzionalizzata" (nel senso che un bambino non sceglie i propri genitori), e quindi le relazioni all'interno del gruppo si basano su criteri di reciproca accettazione.

Da un punto di vista di socializzazione, il comportamento di un bambino è caratterizzato da diversi fattori:

  • imitazione: nelle attività di gruppo, oltre allo sviluppo di capacità motorie e acquisizione di tecniche gestuali, é noto come l'imitazione costituisca un canale di apprendimento per ruoli sociali e modelli di condotta. Questa assimilazione non avviene passivamente, ma mediante un coinvolgimento emotivo, una continua identificazione con il modello. Nelle attività ludiche di gruppo, la creatività e l'intelligenza tendono a simulare, a manipolare e a sperimentare ruoli e situazioni; l'imitazione tende invece e riprodurre eventi e situazioni del mondo adulto così come sono percepite.
  • collaborazione: secondo Piaget, il vero gioco collaborativo si sviluppa dopo i sette anni; infatti si ritiene che prima dei tre anni il bambino sia incapace di prestare attenzione a più di una persona per volta. E' anche vero che dopo i cinque anni si manifesta la tendenza ad un progressivo isolamento dei gruppi maschili sorti spontaneamente rispetto alla componente femminile; questo sembra essere una conseguenza all'assunzione dei ruoli sessuali differenziati, soprattutto nei gruppi sociali e nelle culture in cui esiste una netta differenziazione del ruolo maschio-femmina e le loro relative attività.
  • competizione: nelle attività ludico-sportive l'esperienza che il bambino compie quando partecipa a tali attività, risulta essere determinata dal suo livello di aspirazione. Tale livello é legato alla capacità che egli si aspetta di raggiungere quando si trova di fronte ad un compito da eseguire all'interno del gruppo.

L'attività ludico-sportiva riveste sotto questo profilo un ruolo fondamentale e perché no, anche terapeutico. Nella socializzazione il gruppo coinvolge anche bambini insicuri, con bassi livelli di aspirazione. La sua funzione é quella di stimolare tali livelli e rassicurare nel contempo il bambino di fronte all'ansia dell'incapacità e dell'insuccesso. Questa caratteristica molto positiva, viene persa quando l'adulto ( in questo caso l'insegnante) tenderà a riconoscere meriti e demeriti del singolo bambino e non del gruppo nel suo complesso, producendo in questo modo una sorta di concorrenza, di gelosia individuale. In generale, la competizione infantile può svolgere un ruolo positivo, diventa però negativa quando si trasforma in concorrenza, quando l'adulto (il genitore) trasferisce le proprie ambizioni o frustrazioni sostituendole a quelle del bambino improntando la partecipazione ad una qualsiasi attività sul principio del successo o della prestazione ad ogni costo.In questo caso l'esperienza di gruppo diventa per il bambino un esperienza ansiogena e frustrante dando luogo a fenomeni di rivalità, invidia e gelosia. Attraverso la socializzazione e la partecipazione al gruppo, viene incentivata e motivata quindi sia la costruzione della personalità sia la sperimentazione dei primi ruoli sociali.

Le esperienze attraverso cui si possono raggiungere e realizzare le finalità sopraddette, vengono maturate attraverso il riconoscimento e l'appartenenza a due tipi di gruppo: il gruppo di riferimento ed il gruppo dei pari.

Il gruppo di riferimento può essere considerato come quello a cui appartengono gli adulti, a cui il bambino e l'adolescente desidera partecipare; proprio perché tale gruppo esprime dei valori e delle norme di condotta, per il bambino rappresenta qualcosa da idealizzare, in cui riconoscersi ed aspirare. Tale aspirazione, crea una tensione emotiva e cognitiva all'identificazione e all'interiorizzazione dei ruoli e degli atteggiamenti propri del gruppo di riferimento; assumendo e ricoprendo dei ruoli, il bambino comincia a partecipare ad una vita nel mondo sociale, mentre interiorizzandoli, cioé assimilando i valori morali espressi dal gruppo di riferimento, egli fa in modo che tale modo diventi sempre più reale sostituendo all'idealizzazione iniziale, un'appartenenza e una partecipazione attiva e consapevole. L'adesione al gruppo di riferimento é mediata dal gruppo dei pari, che si può identificare con l'ambiente psico-sociale dentro cui il bambino vive le proprie esperienze extra familiari più significative. Tale gruppo nell'ambito sociale, é costituito da individui aventi più o meno la stessa età, appartenenti alla stessa etnia, e purtroppo appartenenti alla stessa classe sociale, la cui aggregazione é resa possibile da situazioni, caratteristiche socio-economiche-culturali che consentono la reciproca identificazione. In questo senso, l'ambiente sportivo riveste un ruolo molto importante nell'annullare alcune di queste caratteristiche a mio avviso negative (in palestra non vi è distinzione di razza o di ceto), e contemporaneamente assume le caratteristiche di entrambi i gruppi dando origine a fenomeni di aggregazione sociale in cui confluiscono solo esigenze di identificazione, di acquisizione di ruoli e di partecipazione affettiva.

 

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inserita il: 31/10/2006