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Introduzione

Nell'ampio panorama delle arti tradizionali giapponesi, una notevole importanza è assunta dal teatro, in cui, nelle diverse forme di rappresentazione, si realizza il rapporto tra l'attore, che rappresenta l'individuo appartenente alle varie classi sociali, ed i sentimenti che nutre nei confronti della cultura e della religione giapponese. Alla base di tutti i tipi di arte rappresentativa esiste comunque una profonda forza d'animo e una grande sicurezza interiore, che caratterizza in questo caso gli attori o i musicisti, e che, esprimendosi attraverso innumerevoli tecniche fa trasparire i sentimenti dell'individuo. (...continua)

Teatro NO - Cenni storici

Il teatro No è una rappresentazione in maschera con musiche e danze, di forma molto stilizzata. Il termine No significa abilità o destrezza, ed è un carattere che compare in molte altre parole, suggerendo l'idea di potenzialità, tecnica, efficienza e talento. Il teatro No divenne parte integrante delle rappresentazioni che avvenivano alla corte degli Shogun, ed intorno al XVII secolo raggiunse l'apice del suo splendore annoverando moltissimi seguaci ed estimatori, soprattutto a corte e nella classe dei samurai. La formazione culturale e morale degli attori No era ed è tuttora basata su una seria disciplina ed uno studio che dura tutta la vita. (...continua)

Teatro NO - Gli scritti di Zeami

Le forme praticate ancora oggi furono molto influenzate da un commediografo ed attore del Medio Evo, di nome Zeami; per lui, era molo importate dare delle rappresentazioni di No che giungessero a tutto il pubblico pacificandone il loro spirito.
In questo articolo proponiamo alcune citazioni tratte dagli scritti del Maestro Zeami (...continua)

Teatro Kabuki

Forma teatrale che nasce nel 1600; la dubbia moralità delle danzatrici dei primi tempi indusse il governo a proibire la partecipazione femminile, tali limitazioni erana dovute al principio morale secondo cui l'abilità dovesse prevalere sulla bellezza, in modo da fare risaltare la tensione interpretativa nel dramma rappresentato e nella danza ad esso associato; da questi presupposti, il teatro kabuki divenne una forma di arte drammatica e da questo momento tutti i ruoli, anche quelli femminili, furono interpretati da attori maschi.
Il successo del teatro delle marionette e il conseguente declino del kabuki illuminò alcuni scenografi che pensarono di portare le movenze delle marionette sul palco del kabuki, donandogli nuova vita. (...continua)

Teatro Bunraku - Cenni storici

Abbiamo visto come il teatro No sia caratterizzato dall'utilizzo di antichi strumenti musicali, che associati ad una mimica derivante essenzialmente dal ki dell'attore ne rendano unica la rappresentazione. Abbiamo visto anche come la rappresentazione di ruoli femminili da parte di attori maschi nel teatro Kabuki, richieda una padronanza espressiva che non può non derivare dalla piena consapevolezza di se stessi.
Parleremo ora di un terzo modo di fare teatro in Giappone, anch'esso di antiche origini, e che si origina dall'armonia di tre differenti tecniche interpretative: il teatro Bunraku. Anche se la sua peculiarità risiede nell'utilizzo di pupazzi come attori protagonisti, essi arrivano ad esprimere le emozioni ed i sentimenti di coloro che li manovrano, in un contesto di rappresentazione scenica globale, grazie alla perfetta fusione con l'arte narratoria e la musica dello shamisen. (...continua)

Teatro Bunraku - Caratteristiche

Il teatro bunraku è costituito da tre parti: Ningyo, shamisen, joruri:
Il ningyo è il burattino vero e proprio, e possiede una antica e lunga tradizione;
Lo joruri è il narratore, colui che racconta la storia e da voce ed espressione al burattino anche con sottilissime sfumature vocali come sussurri o singhiozzi;
Lo shamisen è idealmente un'orchestra costituita da una sola persona. Non ha funzioni di accompagnamento, ma riveste un ruolo fondamentale nella rappresentazione; (...continua)