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KAISHO: la calligrafia a stampatello

Lo stile di calligrafia che rivela più chiaramente la struttura del carattere é noto come kaisho, e, anche se ha uno stile a stampatello, viene eseguito a mano con un pennello morbido. Uno degli elementi più importanti nel kaisho é l'espressione di uno spazio in espansione dentro i ristretti limiti della pagina: la spaziatura dei tratti in un carattere, e la relazione dei caratteri tra di loro dipende dall'esperienza e dal giudizio individuale; se qualcuno dei caratteri o dei tratti iniziali é troppo grande, troppo piccolo, o fuori posizione, l'armonia e l'equilibrio dell'intera composizione ne risulterà alterato. Questo equilibrio è impossibile da raggiungere con caratteri tipografici, che si limitano essenzialmente a tratti paralleli, orizzontali, verticali o diagonali; risultano troppo rigidi ed uniformi per creare un senso di espansione. I tratti eseguiti a mano con il pennello sono morbidi e flessibili: se osservati da vicino i tratti che sembrano paralleli dimostrano invece una divergenza quasi impercettibile; se sono paralleli, come i caratteri tipografici, risultano senza vita. Se per contro l'angolo di divergenza è molto ampio si perde il senso di stabilità e la forza del carattere. Migliaia d'anni di esperienza hanno permesso di stabilire delle regole per ordinare più efficacemente i tratti; sebbene eseguiti su una superficie piatta, la sovrapposizione naturale dei tratti suggerisce una struttura tridimensionale in cui i caratteri sembrano uscire al di fuori della pagina. I margini dei tratti sono spesso assottigliati o scanalati dando così un'apparenza più naturale. Quando un carattere si unisce o si sovrappone ad altri occorre preservare le caratteristiche individuali di ogni tratto; questo conferisce ancora più profondità allo spazio all'interno del carattere. All'interno do ogni tratto esiste una linea centrale che rappresenta il movimento del centro del pennello; questa è essenzialmente una linea Ki, eseguita nella mente con mano molto ferma.
Il pennello è così sensibile al più lieve tremolio della mano, che registra immediatamente qualsiasi elemento di disturbo nella mente. Esso è talmente morbido, e contiene così tanto inchiostro, che ogni tentativo di tracciare consciamente questa linea Ki con il corpo produrrà un'esagerazione dell'effetto desiderato. Il pennello amplifica molte volte la forza centrifuga della mano, e in questo senso si comporta come una sorta di macchina della verità, registrando in modo chiaro ogni agitazione della mente mentre si scrive. Tenere semplicemente ben saldo il pennello nella mano non é una soluzione; contribuirà solamente a rendere senza vita il tratto eseguito: il segreto dei grandi Maestri é quello di tracciare nettamente la linea Ki nel pensiero mantenendo una buona posizione rilassando completamente il braccio per lasciare che il pennello si esprima da sé. I byo-hitsu sono i tratti alterati o deformi, e risultano essere spesso sintomatici di malattia, trascuratezza o di uno stato agitato della mente. Le persona distratte o facilmente irascibili eseguono spesso tratti verticali, orizzontali o diagonali che sembrano attorcigliarsi o cambiare direzione; questo é segno che l'estensione del Ki é debole e manca di direzione. Persone incuranti o insensibili tendono a mostrare questa loro caratteristica nelle estremità non assottigliate dei lori tratti di pennello. Ecco quindi come al di là della mancanza di esperienza e di pratica la scrittura a mano è spesso un barometro sensibile all'estensione del Ki. Una persona sana può esprimere con facilità il senso di spazio all'interno dei caratteri. Nella scrittura di un individuo sano i caratteri sono sopra o vicino alla linea centrale, come un'auto nella sua carreggiata, cosa che non si riscontra nella scrittura di una persona malata. Una persona sana e tranquilla pone molta attenzione alla spaziatura e al calcolo dei tempi nell'esecuzione dei tratti, in modo che non vi siano colpi mancanti, collisioni o altri segni di mancanza di controllo. Un segno di tensione, è far convergere tratti che dovrebbero essere paralleli; oppure fare incrociare tratti che dovrebbero solo toccarsi. Una persona agitata o malata tende a restringere gli spazi che dovrebbero essere aperti, come se lo stesso carattere non potesse respirare liberamente. Momentanee perdite di concentrazioni producono invece tratti più corti del necessario. A differenza dei tratti ben aperti che appaiono in una buona esecuzione di kaisho, questi byo-hitsu sembrano rinchiudersi su se stessi. Il termine Ki-u, che significa universo o spazio Ki, si utilizza per riferirsi allo spazio interno del carattere. Esso non rappresenta solo una funzione di distanza, perchè se le parti del carattere sono troppo distanziate, esso appare slegato o illeggibile. Ki-u significa mente aperta, quindi dei tratti dipinti senza Ki-u rappresentano un segno di debolezza. Abbiamo precedentemente detto come il pennello funga da sismografo rivelando i tremolii della mano; essi rappresentano segnali di avvertimento molto sottili di fastidi o disturbi della mente o del corpo.

 

 

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inserita il: 06/11/2006